Il ciuccio: la suzione nutritiva e non nutritiva

Nei bambini il bisogno di succhiare è un istinto innato, naturale, che si verifica già nella pancia della mamma. L’abitudine di offrire il ciuccio, così usuale nella nostra cultura, trova la sua ragione nella necessità biologica di succhiare dei neonati. La suzione viene perfettamente soddisfatta dalla presenza del seno e, rappresentando un suo surrogato, a volte il ciuccio può farne le veci. A seconda delle abitudini e delle aspettative di ogni famiglia, dei desideri e delle possibilità, il ciuccio viene utilizzato sia che si allatti sia che si utilizzi la formula,1 con tempi e modalità diverse.

Il ciuccio è uno strumento che può suscitare nel bambino emozioni sia positive sia negative e alcuni lo rifiutano a priori.

” In generale, ciucciare aiuta a rilassare, promuove le funzioni gastrointestinali e stimola il piacere; la bocca è un organo di grande sensibilità e piacevolezza che attiva nel bambino il riflesso della suzione della mammella, riflesso verso cui è predisposto in maniera innata e programmata e che serve a garantire la sua sopravvivenza. “

Nel succhiare la mammella, il neonato e il bambino trovano cibo, calore, consolazione. Non a caso, il termine inglese per indicare il ciuccio è proprio pacifier, che rimanda alla sensazione di pace.

La suzione nutritiva e non nutritiva

Il bambino sente la necessità di succhiare per alimentarsi e per appagare bisogni diversi dalla fame. Quest’ultima abilità, estremamente complessa e fine, consente lo sviluppo armonico del volto, della bocca e delle funzioni connesse: nutrirsi, respirare, parlare. La suzione non nutritiva aiuta le funzioni neurovegetative, regola l’umore, il ritmo sonno-veglia e tiene sotto controllo lo stress. È fondamentale poiché mira al benessere psicofisico del bambino. Il seno materno soddisfa da solo tutti i bisogni di suzione, senza bisogno del ciuccio. La suzione non nutritiva è parte integrante della poppata, contribuisce a stimolare la mammella e ad attivare la cascata ormonale che permette la giusta produzione di latte per il bisogno di ogni singolo bambino. Il ciuccio permette al bambino di realizzare questo tipo di suzione, qualora fosse necessario.

” Voler dare o meno il ciuccio al proprio bambino è una scelta libera e personale, adeguata in entrambi i casi. L’importante è valutare la decisione in base al momento specifico e ai bisogni del piccolo e della famiglia; è comunque consigliato aspettare almeno 6 settimane prima di usarlo e proporlo una volta che l’allattamento è stato ben avviato. “

Alcuni bambini preferiscono mettere il dito in bocca, anche questa è una forma di suzione messa in atto sin dalla gravidanza: l’istinto che permetterà al neonato di provvedere al bisogno di nutrirsi. Il dito in bocca ha sostanzialmente gli stessi effetti del ciuccio, ma è sempre a portata di mano. Nei primi mesi il piccolo userà la suzione della mano per sperimentare la capacità di autoconsolazione in attesa che il genitore arrivi, successivamente per conoscere il proprio strumento mano, ricevere soddisfazione orale, sviluppare la coordinazione oculo-manuale; tutte funzioni fisiologiche, naturali e importanti per lo sviluppo.

” L’uso eccessivo o protratto nel tempo del ciuccio e degli altri strumenti orali può determinare delle alterazioni nella salute del bambino. “

Le maggiori conseguenze si hanno a livello della lingua che, a catena, potrebbero generare modificazioni sulle altre parti del corpo a cui è connessa (vi è un collegamento muscolare diretto che arriva addirittura fino al piede, la catena glosso-podalica). Un’alterazione a livello della lingua genera conseguenze in un’ottica globale e, soprattutto, posturale. In una situazione fisiologica la lingua a riposo spinge contro una piccola porzione del palato chiamata papilla retroincisiva, situata dietro ai denti incisivi superiori. Questa spinta, giorno dopo giorno, deglutizione dopo deglutizione, ha come obiettivo quello di modificare la forma scheletrica delle ossa del volto: il massiccio facciale, il palato o la bocca stessa.

Quando il bambino tiene il ciuccio all’interno della bocca per tanto tempo, la lingua sarà costretta ad assumere una posizione scorretta – bassa invece che alta – che impedirà i giusti movimenti. La mancata spinta e quindi la mancata espansione del palato, che invece dovrebbe verificarsi naturalmente con un posizionamento corretto, può ridurre lo spazio per i denti definitivi e la dimensione della piramide nasale, andando a influenzare la respirazione. Possono anche verificarsi delle malocclusioni, come un disallineamento tra mascella e mandibola; nei bambini che utilizzano eccessivamente il ciuccio è molto frequente il cosiddetto morso aperto: gli incisivi delle due arcate sono distanziati tra loro e non si toccano.

La deglutizione, inoltre, può diventare disfunzionale: la lingua potrebbe spingere in avanti anziché verso il palato e questo, oltre ad avere conseguenze sui denti, che si sventagliano in avanti, ha ripercussioni anche a livello cervicale, dove si instaurano dei compensi che alterano la postura del collo. Queste tre conseguenze ostacolano un armonico sviluppo del distretto facciale e quindi del viso del nostro bambino.

Altri effetti possibili dati da un uso sconsiderato del ciuccio sono:

– un rallentamento della maturazione nelle abilità masticatorie;

– un ritardo nello sviluppo del linguaggio (il bambino è disincentivato o impossibilitato a mobilitare la lingua per produrre specifici suoni);

– una preferenza per la respirazione orale (la bocca tende a restare aperta e viene usata per respirare).

È importante sapere che, respirando per bocca, l’aria non è riscaldata, filtrata e umidificata. Viene a mancare la produzione di ossido nitrico che aiuta a regolare le funzioni vitali aumentando l’ossigenazione di tutto il corpo.

” Di conseguenza, la respirazione orale potrebbe causare delle ripetute infezioni nelle vie aeree superiori, accrescere il rischio di infezioni nell’orecchio medio, come l’otite, e alterare la qualità del sonno. “